A Napoli il XXVIII Congresso Nazionale conferma
Unità nell’autonomia
No all’adeguamento passivo delle strutture equiparate alla Riforma-ter - Ribadita la centralità del Congresso dei Delegati - Poste le basi per la promozione professionale e manageriale
CRONACHE DAL CONGRESSO |
Napoli ha accolto il XXVIII Congresso Nazionale ANMIRS con tre splendide giornate di sole e con una temperatura ideale che, associate alla rinnovata bellezza della città, hanno reso indimenticabile il soggiorno dei Delegati.
La cerimonia inaugurale ha dato l’opportunità di conoscere ed apprezzare il Teatrino di Corte di Palazzo Reale; alle 17,30 di giovedì 7 ottobre il Segretario dell’Associazione Walter DI STASO ha dato il benvenuto ai partecipanti alla presenza del Sindaco di Napoli on. Antonio BASSOLINO che ha riconosciuto l’importante ruolo svolto dall’Ospedalità Classificata nella sanità italiana, del Padre generale dei Fatebenefratelli Pasquale PILES che ha sottolineato l’importante ruolo degli Ordini Religiosi nell’assistenza ai bisognosi e del Presidente dell’ARIS Pietro CICINELLI che ha ricordato ai presenti alcuni problemi di ordine pratico nei quali si dibatte la sanità classificata. |
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Le relazioni dei SEGRETARI La mattina di venerdì 8, dopo un breve ma sentito ricordo di DOMENICO POGGI, recentemente scomparso, sono cominciati i lavori dei Delegati con la relazione del Segretario Nazionale Walter DI STASO allegata a questo numero del giornale. La relazione del Segretario Organizzativo Domenico GRISAFI ha portato una ventata di entusiasmo nell’Assemblea. Erano anni che i conti dell’ANMIRS non si presentavano così equilibrati. Un particolare plauso è stato espresso da molti dei presenti per l'impostazione tecnica e la chiarezza del bilancio. |
Nella sua relazione il Segretario per l’Attività Scientifica Roberto TOMACIELLO, dopo aver riassunto quanto di positivo è stato fatto nell’anno appena trascorso, ha introdotto il problema della formazione continua degli operatori sanitari, prevista come indispensabile dalla riforma sanitaria e, nel privato, importante ai fini dell’accreditamento. TOMACIELLO ha auspicato una decisa azione dell'ANMIRS a livello di Ministero della Sanità, Università e Regioni, eventualmente di concerto con l’ARIS, per ottenere il riconoscimento del ruolo scientifico che sicuramente merita e che permetterebbe di erogare, come Associazione, questo fondamentale diritto-dovere e, come iscritti, di fruirne. A tale proposito TOMACIELLO si spinge oltre e ritiene opportuna la nascita di una struttura parallela all’ANMIRS, a carattere scientifico, che possa “accreditarsi nei modi richiesti dalla evoluzione legislativa e nei tempi più rapidi possibili”.
Questa sortita del Segretario Scientifico ha suscitato una vivace discussione per due motivi: in primo luogo, parlare di dicotomia ed auspicare una associazione scientifica svincolata dalla parte sindacale comporta problemi politici di difficile soluzione. Inoltre, da un punto di visto esclusivamente tecnico, difficilmente l'attuale Statuto potrà permettere, senza modifiche, l'istituzione di una vera e propria società scientifica in grado di gestire i crediti formativi.
Le RIFORME STATUTARIE
Molti dei presenti (MENICHELLA, CHINNI, ZUCCHI, DI LAURO, CIPOLLETTA, VERANI, ROVELLI e molti altri) hanno espresso i loro pareri e le loro perplessità sulla proposta di TOMACIELLO; si è così deliberato di istituire una commissione per la riforma dello Statuto che esaminerà, in tempi brevi, non solo il problema dei crediti formativi ma anche i seguenti punti:
- Possibilità che operatori di altre strutture sanitarie religiose e laiche possano iscriversi all’ANMIRS. Recentemente, infatti, è stato impossibile l'accoglimento di molte richieste di medici delusi da altre sigle.
- Necessità di una maggiore comunicazione fra organi centrali e periferici e di una maggiore rappresentatività dei singoli ospedali in seno al Consiglio Nazionale. (Si è discusso della possibilità di allargamento del Consiglio Nazionale, in modo che vi siano rappresentati tutti gli ospedali.
- Modifica degli organi periferici con istituzione di Segreterie Regionali al posto delle Segreterie Territoriali. A tal fine andrebbero adeguati anche gli articoli di contratto che regolamentano i permessi sindacali.
- Necessità di introdurre una precisa figura istituzionale in grado di presentare eventuali ricorsi giudiziari per attività antisindacali (ex art. 28 - Statuto dei Lavoratori).
Come si vede la carne al fuoco è molta, al punto che si è prospettata anche la possibilità di ricorrere ad un congresso straordinario dedicato esclusivamente alle riforme statutarie, da tenersi nei prossimi mesi.
La situazione a GRAVEDONA
ROVELLI, su invito di DI STASO, ha riferito sulla situazione dell'ospedale Moriggia Pelascini di Gravedona. L’Ospedale è stato venduto ad un gruppo privato, con una trattativa resa nota solo a cose fatte. Al momento lo stesso gruppo privato sta valutando la possibilità di mantenere la classificazione, per le ovvie opportunità che ne deriverebbero. Questa soluzione renderebbe l’operazione meno rischiosa per il personale dell’ospedale. ROVELLI ha denunciato l'isolamento vissuto nella difficile gestione della vicenda; isolamento che forse potrebbe essere superato attraverso un allargamento del Consiglio Nazionale e con una migliore circolazione delle informazioni.
ZUCCHI, interpretando un sentimento comune, ha espresso il suo sostegno ai Colleghi di Gravedona.
PAZIENZA ha lanciato la provocatoria proposta di una autogestione ANMIRS dell’Ospedale.
La RIFORMA SANITARIA I Regolamenti Al momento gli Ospedali Classificati hanno adeguato i loro regolamenti alla 502/92, nessuno al D.lvo 229/99. DI STASO, DI LAURO, CHINNI, MENICHELLA ed altri hanno, con i loro interventi, ricostruito la situazione che si presenta invero confusa e densa di interrogativi. Infatti va sottolineato che mancano le linee guida interpretative della Legge che debbono essere elaborate in sede tecnica e politica. Qualche tendenza comincia a filtrare (vedi accordo Ministro – Sindacati del 12 ottobre u.s. in altra parte del giornale n.d.r.). E' perciò prevedibile che l'iter di approvazione degli ordinamenti del personale richieda molto tempo. Sarà così possibile capire quale sia il margine di manovra. Potrebbe verificarsi l’eventualità che l’ARIS si adegui parzialmente, chiedendo una proroga sui punti che generano più dubbi. |
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Esclusività del rapporto di lavoro. Incompatibilità. Attività intramoenia
Certamente un argomento molto sentito da tutti (in prospettiva risolto dal già citato accordo del 12 ottobre u.s. –ndr-) è rappresentato dalla scadenza per l'opzione sull’esclusività del rapporto di lavoro per i pubblici . In periferia le RSL sono state tempestate di richieste di chiarimenti. Anche in sede Congressuale il dibattito è stato vivace. LUZZA ed altri hanno proposto l’invio di una lettera, nella quale venga specificato che il silenzio sull’argomento da parte degli iscritti non rappresenta una scelta dell’esclusività del rapporto di lavoro. Al termine dei numerosi interventi si è concluso che il documento inviato il 16/9/1999 dal Segretario Nazionale a tutte le Amministrazioni è molto chiaro ed esaustivo del problema. Infatti in tale documento si precisa, tra l’altro, che:
- gli art. 31 e 32 del CCNL dispongono norme di maggiore garanzia circa l’opzione libero professionale e circa la definizione del relativo regolamento che va concordato con le RSL.
- Nel rapporto di lavoro di diritto privato la fonte prioritaria normante la disciplina del lavoro è il contratto collettivo.
- Le norme di Riforma ter per le strutture equiparate diventano operative solo dopo l’eventuale approvazione degli ordinamenti del personale da parte del Ministero della Sanità e solo per la parte non discordante con il CCNL. Ndr).
Si è ribadita la necessità di mitigare l'incompatibilità con la possibilità di esercitare la libera professione presso strutture non accreditate e si è parlato a lungo della possibilità di “convenzionare” gli studi privati con gli ospedali di appartenenza. Questo aspetto della questione solleva tra gli altri alcuni problemi fiscali, come la non detraibilità delle spese (anche questo aspetto è stato affrontato e in prospettiva risolto per il pubblico dall’accordo del 12 ottobre u.s.- ndr-). GRISAFI e MAZZA hanno chiarito alcuni aspetti del problema ed hanno segnalata la possibilità di istituire una società di servizi – no profit - ufficialmente al di fuori dell’ANMIRS - che potrebbe risolvere il problema della detraibilità delle spese.
PORTOGHESI ha ricordato, infine, che potrebbe sorgere un problema etico sulla libera professione: il verificarsi di una assistenza a due velocità potrebbe creare imbarazzo a qualche Amministrazione.
Dipartimenti
I Dipartimenti sono istituiti e funzionanti solo nel 20% degli ospedali italiani.
La legge non prevede le attribuzioni funzionali del capo-dipartimento. Probabilmente le Regioni saranno chiamate a disegnare meglio tale ruolo. Per il momento al capo dipartimento spetta un compito di carattere gestionale dei fondi ed organizzativo in senso lato.
IL CONTRATTO
Il coordinatore della Commissione Contrattuale Donato MENICHELLA ha introdotto l’argomento, facendo il punto della situazione ed analizzando i problemi che potranno sorgere dall’applicazione al nostro comparto - privato - della normativa prevista dalla legge di riforma sanitaria del S.S.N.
La nuova legge prevede un ruolo unico della dirigenza, con possibilità che vengano assegnate, a tempo, funzioni graduate per responsabilità crescenti alle quali corrisponderà una adeguata retribuzione. Ci sarà una maggiore responsabilizzazione del medico che sarà chiamato a rispondere dei risultati raggiunti. Questo comporterà un aumento della quantità del lavoro che potrà andare a scapito della qualità; andranno in pratica ridisegnate le funzioni professionali. Nell’ottica dell’ottimizzazione del lavoro ci sarà una forte spinta verso una deregolamentazione; andranno trovate misure di protezione alternative ed adeguate alle garanzie fissate nell'attuale contratto.
Il tetto di spesa imposto dalle varie regioni aleggia minaccioso su ogni comma della riforma. L’adozione del tempo unico con il passaggio dei medici dal tempo definito al tempo pieno è uno dei pochi nodi sindacali che la riforma risolve.
Un terreno tutto da esplorare è rappresentato dall’introduzione dell’esclusività del rapporto di lavoro, che dovrebbe favorire lo sviluppo della libera professione intramuraria e rappresentare forse una discreta fonte di entrata per le amministrazioni.
La tendenza alla adozione di un orario di lavoro minimo in sostituzione di quello massimo, associata all’aumento delle prestazioni, rischia di creare una miscela esplosiva per quello che riguarda la protezione sindacale del lavoro.
Questi sono stati alcuni tra gli input che MENICHELLA ha fornito all’assemblea. Nel successivi interventi i Delegati non si sono fatti pregare nell'esporre considerazioni e nel presentare richieste.
Tutti si sono dichiarati d’accordo nel sottolineare la necessità di regolamentare la nuova dirigenza con le maggiori garanzie possibili; LA SALA, MAZZA, FELICI hanno espresso perplessità su come e da chi potrà essere interpretata nei nostri ospedali la figura del manager che nel pubblico assegna e toglie incarichi, ma che è sottoposto a sua volta ad un giudizio in base ai risultati. Nel privato tale figura coincide con la proprietà e la situazione di certi nostri ospedali fa nascere più di un dubbio per il futuro.
TARANTOLA ha ricordato l’importanza di regolamentare i contratti a tempo; TOMACIELLO è tornato sul problema dell’aggiornamento che nel D.lvo 229/99 è obbligatorio e a carico dell’interessato, invocando norme per limitare tale aspetto.
CINTI ha rimarcato la varietà di situazioni a livello dei diversi ospedali. Questo potrebbe rappresentare una difficoltà per un contratto unico, valido e conveniente per tutti.
FERRETTO, LUZZA, CHINNI, VERANI e altri ancora hanno introdotto il discorso sul ruolo del sindacato, se esso debba essere rivendicativo o di servizio. DI LAURO ha chiuso la disputa rimarcando che un sindacato nel momento in cui è rivendicativo offre comunque un servizio e che ogni situazione va accuratamente studiata ed affrontata nella maniera più razionale.
Sono stati discussi, inoltre, anche altri problemi di carattere strettamente tecnico come l’adeguamento del fondo di previdenza, il trattamento di malattia, il problema sempre più attuale dell’assistenza legale.
Al termine MENICHELLA si è dichiarato soddisfatto di tutti i suggerimenti e le riflessioni emerse dal dibattito e si è dichiarato fiducioso per l’esito della trattativa: la materia è vasta, le novità sono tante, la rinnovata ARIS si è dimostrata interessata a collaborare e, quindi, ci sono le premesse per un buon risultato che comprenda magari anche il riallineamento dei cosidetti "ospedali dissidenti".
Il XXVIII Congresso si è concluso con l’approvazione di numerose mozioni riportate in questo numero del giornale.
S. Felici