Tavola Rotonda all’IDI – Roma

Gli Ospedali Religiosi: Testimonianza di Assistenza qualificata e servizio pubblico

 

Il 12 marzo 2002, presso l’IDI di Roma, organizzato dalla Religious Hospitals’ Scientific Society, neonata Società scientifica dell’ANMIRS, si è svolta la Tavola Rotonda dal titolo“ Gli Ospedali Religiosi: testimonianza di assistenza qualificata e di servizio pubblico”.

Di fronte ad un pubblico molto attento che ha riempito la Sala Cavalieri dell’IDI, Luca Chinni ha moderato insieme a Gloria Pennasilico il dibattito, invitando a parlare per primo, dopo una breve introduzione, l’On. G. Fioroni della Margherita, membro della Commissione Sanità alla Camera.

Il titolo dell’intervento dell’On. Fioroni era: L’equiparazione istituzionale tappa importante per l’ ospedalità religiosa.  L‘oratore ha voluto incentrare  il suo intervento sugli IRCCS e soprattutto sui pericoli celati, a suo parere, nell’art. 24 del DL 2122 . Il Governo ha delegato al Ministero della Salute il riordinamento degli IRCCS non specificando la natura giuridica di questi enti, il tipo di contratto che avrà il personale, il destino dello stesso in caso di estinzione di un IRCCS,  se e come l’assistenza vada svolta all’ interno degli stessi. Si è detto molto preoccupato per la confusione che potrà nascere in proposito se non verranno chiariti adeguatamente tali aspetti, ha promesso il suo impegno  e ha chiesto una attenta vigilanza sull’argomento da parte degli enti interessati.

L’intervento del Prof. P. Puddu, Delegato alla Presidenza dell’IDI Sanita’, verteva sull’Impegno nella Qualità. Dopo un breve accenno  alla diversità di trattamento degli Ospedali Religiosi rispetto ai Pubblici  e  alla confusione legislativa che regna nella Sanità, fonte di tanti equivoci, il Prof.  Puddu  ha illustrato il progetto qualità  dell’ IDI Sanità, auspicando al riguardo una progettualità comune tra i vari ospedali religiosi. Tra i punti più qualificanti del Progetto Qualità dell’IDI ha ricordato le infezioni ospedaliere, il buon uso del sangue, la carta dei servizi, la dermatologia basata sull’ evidenza, la qualità dell’informazione, la sicurezza sul posto di  lavoro, la qualità nella relazione tra utente e struttura.

Eugenio Glorialanza, Segretario Territoriale dell’Italia centrale, dopo aver ricordato il piacere e  l’impegno dell’Associazione nell’organizzare incontri del genere, ha ribadito l’impegno dell’ANMIRS  nei riguardi dell’umanizzazione dell’aspetto sanitario nei confronti del paziente. A tale proposito ha annunciato  che, nel corso del prossimo Congresso ANMIRS, si terrà una tavola rotonda sull’ argomento.

E’ stata poi la volta del Dott. P. Nicolai, Direttore Amministrativo dell’IDI Sanità, a parlare del “Ruolo degli Ospedali Religiosi”. Nel suo intervento il Dott. Nicolai ha evidenziato la contraddizione in cui vivono gli Ospedali Religiosi, molto ammirati e considerati a parole ma discriminati nei fatti, costretti come sono a lottare da un lato contro l’ingombrante presenza dell’ospedalità pubblica, comunque sempre garantita, dall’ altro contro le strutture for profit, favorite dai minori obblighi. Ha chiesto alle autorità presenti di poter  gareggiare alla pari, senza le continue incertezze degli ultimi anni. Ha auspicato su questi problemi una sensibilizzazione delle migliaia di  pazienti  che sono alle spalle dei nostri Ospedali.

Il  Prof. F. Splendori Direttore dell’Osservatorio Epidemiologico Regionale ha avuto il compito di illustrare “ I principi ispiratori del piano sanitario regionale”. Non ha potuto fare a meno di rispondere all’ intervento precedente, almeno fra le righe, difendendo l’operato dell’attuale assessorato nel suo appoggio all’Ospedalità Religiosa. Ha anche ricordato la contraddizione che da sempre vivono questi ospedali tentati da un lato di appartenere all’Ospedalità pubblica, con i benefici collegati, dall’ altro di rivendicare la loro autonomia. Splendori ha poi illustrato i principi ispiratori del Piano Sanitario Regionale incentrato sulla centralità del paziente e sulla sostenibilità economica. Ha sottolineato che quella illustrata è una proposta di piano sanitario che l’Assessorato ha inviato alla periferia in attesa di vedersi recapitare modifiche e idee aggiuntive dalle quali nascerà il vero piano sanitario.

Il Prof. V. Saraceni ha avuto il compito di chiudere l’incontro con il suo intervento sul ruolo degli Ospedali Religiosi nel riordino ospedaliero regionale.

Ha ribadito, come già in altre occasioni, l’importanza dell’Ospedalità Religiosa nel Lazio. In un sistema che vuole premiare la qualità del servizio, i nostri ospedali non dovrebbero avere nulla da temere, dato che forniscono un buon servizio a costi inferiori a quelli del pubblico; inoltre non dovrebbero subire gli annunciati tagli dei posti letto. Ha ricordato che è stato riconosciuto   il diritto di questi ospedali a concorrere all’ assegnazione dei fondi per l’edilizia ospedaliera ( ex art. 20) .

Ha dato ampie assicurazioni sulla copertura economica  dell’esclusività e ha promesso che non ci sarà regressione tariffaria per il futuro per chi dimostrerà il rispetto delle regole .

L’incontro si è concluso con un breve ricordo di Padre Pierluigi Marchesi dell’Ordine dei Fatebenefratelli, figura di spicco dell’ARIS negli anni scorsi, di recente scomparso.

Quali spunti si possono trarre da quest’incontro, al di là delle dichiarazioni ufficiali?

Ormai è un dato consolidato che l’Ospedalità Religiosa viene considerata a tutti gli effetti come parte integrante del SSN. Si trova a competere però, senza regole stabili, con altre due categorie rappresentate dall’Ospedalità pubblica e dal privato convenzionato; ha gli obblighi del pubblico, senza avere i privilegi del privato convenzionato soprattutto per quello che riguarda organici e dotazione di servizi.

Con l’avvento del finanziamento per patologia e l’introduzione del tetto di spesa ha dovuto convivere con l’ingombrante presenza del pubblico che sta faticando non poco a rientrare in accettabili parametri di efficienza e assorbe risorse in eccesso rispetto al servizio prestato; d’altro canto  si vede sorpassato in agilità dal privato convenzionato che, libero dagli obblighi di legge che vincolano gli ospedali pubblici e religiosi convenzionati,  può operare scelte più redditizie.

Paradossalmente l’efficienza che da sempre viene riconosciuta ai nostri Ospedali, che ha permesso un aumento quali - quantitativo di prestazioni negli ultimi tre - quattro anni veramente notevole, si è ritorta contro gli Enti stessi  (vedi regressione tariffaria etc.).

La promessa che la qualità e l’efficienza verranno premiate è, al momento, rimasta tale e quella concorrenza da tanti auspicata al grido di “vinca il migliore”  in realtà sembra un tavolino a tre gambe, l’una diversa dall’ altra, con risultati immaginabili per la stabilità di tutto il sistema.

Che fare?  Non abbiamo la presunzione di avere la risposta;  varrebbe la pena fermarsi un po’ a ragionare sul  tema. L’argomento ha sicuramente un respiro nazionale e probabilmente sarà oggetto di una tavola rotonda al prossimo Congresso ANMIRS.

 

Stefano Felici